Direzione Generale Uso Sostenibile Suolo e Risorse Idriche (DG USSRI)

ex Direzione Generale per il Risanamento Ambientale (ex DG RIA)

Bonifica di siti contaminati

Orbetello area ex Sitoco

Inquadramento Geografico Ambientale

Il SIN di Orbetello Area ex Sitoco si colloca interamente nell’ambito della laguna costiera di Orbetello; provvisoriamente perimetrato nel 2002, per una superficie complessiva di circa 336 ettari di cui circa 64 di aree a terra, a seguito degli esiti delle caratterizzazioni ambientali eseguite è stato riperimetrato fino a comprendere l’intera area lagunare, per una estensione pari a circa 200 ettari, interessando i Comuni di Orbetello e di Monte Argentario.  Il sito comprende sia aree di competenza pubblica, sia aree di competenza privata.

Sintesi della Storia produttiva del Sin

Le straordinarie risorse e la particolare configurazione territoriale hanno determinato, a partire da fine ‘800, lo sviluppo di storiche iniziative industriali. Sul promontorio dell’Argentario viene dato corso allo sfruttamento di ferro magnesifero delle miniere del Passo, già attive dagli anni 1872 – 1874 e viene costruito l’impianto chimico di acido solforico (zona Orbetello scalo). Nell’area adiacente ad Orbetello scalo nel 1906 viene attivato lo stabilimento chimico per la produzione di prodotti chimici, colla e concimi. Si tratta degli impianti dello stabilimento ex-Sitoco. L’impianto, ora dismesso, di proprietà prima della Montecatini, poi della Montedison e quindi della Sitoco (Federconsorzi), appartiene dall’aprile 2004 alla società Laguna Azzurra S.r.l. Il processo produttivo, impiegato per circa mezzo secolo, consisteva nella produzione di fertilizzanti chimici a mezzo di attacco di materie prime con acido solforico, prodotto nello stesso stabilimento a partire dalla pirite con il sistema delle camere a piombo. Le ceneri di pirite sono state accumulate nei terreni circostanti lo stabilimento e nell’area lagunare contigua all’impianto, nonché utilizzate come materiale per la realizzazione di stagni, attraverso la costruzione di argini. Negli anni ’70, cessata la produzione di acido solforico, è proseguita l’attività con la produzione di fertilizzanti. Intorno agli anni 30 si aggiunge anche la fabbrica di dinamite, esplosivi e munizioni, con uno stabilimento realizzato a monte di Orbetello scalo. L’attività mineraria si è conclusa nel 1974, mentre quelle industriali sopra indicate sono terminate tra il 1990 ed il 2006.

Principali problematiche ambientali

Le attività di caratterizzazione delle matrici ambientali hanno evidenziato lo stato di contaminazione dei suoli per la presenza di metalli pesanti diffusa nelle aree a terra, con presenza di metalli pesanti e ceneri di pirite limitatamente all’area denominata Bacini, prospiciente l’ex stabilimento Sitoco (Laguna di Ponente). Nelle acque sotterranee si è rilevata la presenza di manganese, ferro, solfati, per i quali sono stati definiti dall’ARPAT anche i valori di fondo naturale.

Nei sedimenti lagunari, infine, è stata riscontrata la presenza diffusa di metalli pesanti, con presenza di metil-mercurio nella Laguna di Levante, limitatamente all’area prospiciente la Miniera Ex Ferromin e ad un’area sotto Ansedonia. Diversi interventi sono stati ricompresi nell’Accordo di programma sottoscritto tra il Ministero dell’Ambiente, la Regione Toscana e i Comuni di Orbetello e di Monte Argentario.

Perimetrazione del Sin e programmazione negoziata

Il SIN di Orbetello – Area ex Sitoco è stato individuato come sito di interesse nazionale dall’art.1, comma 4, della legge 31 luglio 2002 n. 179 ed inizialmente perimetrato con decreto del Ministro dell’Ambiente del 2 divembre 2002. La superficie perimetrata comprendeva sia l’area circostante lo stabilimento ex Sitoco che l’area lagunare ad esso prospiciente.

Con successivo decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 26 novembre 2007, il SIN è stato esteso sino a comprendere l’intero bacino lagunare (Laguna di Ponente e di Levante) ed ulteriormente ampliato, con O.P.C.M. n.3841 del 19 gennaio 2010, che ha compreso, tra l’altro, anche delle aree a terra tra cui l’area denominata Patanella.

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