Brescia-Caffaro (aree industriali e relative discariche da bonificare)
Inquadramento Geografico Ambientale
Il SIN di “Brescia – Caffaro (aree industriali e relative discariche da bonificare)” prevede perimetrazioni distinte per i suoli (circa 262 ettari), che comprende anche le rogge (costituenti un sistema di canali naturali e artificiali che innervano l’intera area del SIN, per uno sviluppo lineare di alcune decine di km) e per le acque di falda (circa 2.100 ettari).
La perimetrazione suoli comprende: aree agricole (circa 100 ettari), aree residenziali (40 ettari), diverse aree pubbliche (tra cui il Parco Passo Gavia, l’Aiuola di via Nullo, la Pista Ciclabile di via Milano, il Campo sportivo Calvesi, l’area Materna Passo Gavia e scuola Elementare Divisione Acqui), le discariche c.d. di via Caprera, numerose aree produttive attive e dismesse (fra cui l’area dello stabilimento Caffaro) e, all’esterno del Comune di Brescia, le discariche di Pianera e Pianerino (Comune di Castegnato) e l’ex cava Vallosa (Comune di Passirano).
Sintesi della Storia produttiva del Sin
La legge n. 179/2002 ha individuato il SIN di “Brescia – Caffaro (aree industriali e relative discariche da bonificare)” come intervento di bonifica di interesse nazionale, per le condizioni ad alto rischio ambientale determinate dalle passate attività industriali svolte nell’area dello stabilimento Caffaro. Tale inclusione trova la sua motivazione nelle evidenze di contaminazione diffusa da metalli pesanti e policlorobifenili (PCB) riscontrata nel territorio del Comune di Brescia, in particolare in prossimità dello stabilimento Caffaro, e soprattutto nel rinvenimento di elevate concentrazioni di PCB negli alimenti prodotti nella zona e nel sangue delle persone residenti.
L’azienda Caffaro operava nel Comune di Brescia, dall’inizio del 1900, nella produzione di vari composti derivati dal cloro ottenuto da un processo elettrolitico (detto clorosoda) che venivano poi avviati alla sintesi di diversi prodotti fra cui, a partire dal 1930 e fino al 1984, i policlorobifenili (PCB). Questi composti, per le loro caratteristiche di stabilità chimica, si sono accumulati nell’ambiente interessando ad oggi non solo il Comune di Brescia ma anche altri comuni della Provincia bresciana. Nel territorio è stata altresì riscontrata la presenza di elevate concentrazioni di Diossine e Furani, composti che possono generarsi come prodotti secondari indesiderati del ciclo produttivo dei PCB.
Principali problematiche ambientali
Le indagini di caratterizzazione eseguite all’interno del perimetro del SIN hanno evidenziato una grave situazione di inquinamento nei terreni, nelle acque di falda, nelle acque superficiali e nei sedimenti delle rogge. Oltre alla contaminazione da policlorobifenili (PCB) e diossine e furani (PCDD/PCDF), è stata rilevata la presenza di ulteriori contaminanti, quali:
- nei suoli: metalli, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), composti Alifatici clorurati cancerogeni, Clorobenzeni e Fitofarmaci;
- nelle acque di falda: Cromo esavalente, Mercurio, metil-t-butil etere (MTBE), Solventi clorurati, IPA, Clorobenzeni, Fitofarmaci ed Idrocarburi totali.
I contaminanti riconducibili alle attività produttive svolte storicamente all’interno dell’area dello stabilimento Caffaro sono stati rilevati anche nelle aree esterne allo stabilimento medesimo, tra le quali le limitrofe aree agricole e aree residenziali. La contaminazione si è estesa alle aree esterne principalmente tramite gli scarichi industriali della Caffaro con recapito nelle rogge. In passato, per diversi decenni, i sedimenti contaminati dragati dalle rogge sono stati utilizzati in ambito agricolo come ammendanti sui terreni utilizzati per la produzione dei vegetali destinati all’uso zootecnico; mentre le acque delle rogge sono state utilizzate per irrigare i campi.
Si segnala, inoltre, la contaminazione delle acque di falda da Cromo totale e Cromo VI, evidenziata dalle indagini eseguite da ARPA Lombardia che hanno individuato una vasta area interessata da tale contaminazione dovuta al alcune sorgenti di contaminazione ricadenti all’interno del SIN.
Perimetrazione del Sin e programmazione negoziata
La legge n. 179/2002 ha individuato il SIN di “Brescia – Caffaro (aree industriali e relative discariche da bonificare)” come intervento di bonifica di interesse nazionale, per le condizioni ad alto rischio ambientale determinate dalle passate attività industriali svolte nell’area dello stabilimento Caffaro. Il SIN è stato perimetrato con D.M. del 24 febbraio 2003 e prevede perimetrazioni distinte per i suoli (circa 262 ettari), che comprende anche le rogge (costituenti un sistema di canali naturali e artificiali che innervano l’intera area del SIN, per uno sviluppo lineare di alcune decine di km) e per le acque di falda (circa 2.100 ettari). Nel caso delle aree ricadenti all’interno della perimetrazione del SIN per la sola matrice acque di falda, il procedimento di bonifica relativo alla matrice ambientale suolo/sottosuolo è in capo al Comune di Brescia, ai sensi del combinato disposto dell’art. 242 del D.Lgs. 152/2006 e dell’art. 5 della L.R. Lombardia 30/2006.
In data 18 novembre 2020 è stato sottoscritto tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Commissario Straordinario SIN “Brescia Caffaro”, la Regione Lombardia, la Provincia di Brescia, il Comune di Brescia, il Comune di Castegnato, e il Comune di Passirano l’Accordo di Programma “Per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica del Sito di Interesse Nazionale di Brescia Caffaro”. Il valore del predetto Accordo ammonta a complessivi € 80.554.823,23.